Fidelizzazione attrattiva e di sostentamento

Il Foraggiamento attrattivo della fauna selvatica, non deve essere in alcun modo confuso con il Foraggiamento di sostentamento di quest’ultima.

Il primo, oggi sdoganato anche dal mondo scientifico, ha il solo e unico scopo di attrarre il più elevato numero di esemplari di una determinata specie in luoghi nei quali, gli stessi, si rendano maggiormente visibili o quantomeno valutabile qualitativamente e quantitativamente la loro presenza in un dato territorio. Oppure, nel caso del cinghiale, allo scopo di  massimizzare il suo prelievo a scopo di contenimento.

 

 

Il secondo invece, generalmente osteggiato dal mondo scientifico, è criticabile per le ricadute negative sull’ecologia delle singole specie e per gli aspetti sanitari che può implicare.

Il Foraggiamento attrattivo ha dunque lo scopo di fidelizzare uno o più esemplari di una determinata specie ad un luogo facilmente osservabile dal ricercatore, dal cacciatore o dal naturalista che vuole verificare la loro presenza sul territorio agro-forestale  e renderli contattabili, ovviamente con opportuni accorgimenti, allo scopo accertarne la presenza e misurarne nel tempo la consistenza numerica attraverso censimenti standardizzati.

 

Il Foraggiamento attrattivo oggi può contare su una vasta gamma di prodotti generici o specie specifici che vanno dai diversi tipi di sale aromatizzato in grado di attrarre tutti gli ungulati selvatici , ma anche i piccoli predatori come la Faina, la Volpe, il Tasso e addirittura alcune specie di uccelli,  agli olii aromatizzanti  il mais, al catrame vegetale o addirittura ai ferormoni.

La fidelizzazione della fauna selvatica a determinati luoghi, oggi può essere efficacemente utilizzata per contenere la stessa in ambiti protetti o per contrastare la sua attrazione verso le coltivazioni in campo.

 

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